Storia

CENNI STORICI

Il Collegio degli ingegneri e architetti di Milano è il continuatore dell’antico Collegio fondato a Milano nel 1563.

Dal 1563 al 1797, con il riconoscimento dei governi spagnoli e austriaci, il Collegio ebbe prerogativa di curare la formazione degli aspiranti ingegneri e architetti e di rilasciare le "patenti" per l’esercizio della professione. Per tutti quegli anni, il Collegio svolse anche la funzione di magistratura nella risoluzione delle controversie nei campi tecnici di sua competenza; le sentenze emesse dal Collegio sotto il titolo di "Stilati", costituivano giurisprudenza ad ogni effetto.

Nel 1797, con legge della Repubblica Cisalpina, il Collegio fu chiuso in forza dei disposti della Libera Costituzione, che aveva imposto lo scioglimento di tutte le vecchie associazioni di carattere corporativo; le prerogative del Collegio in materia di formazione e rilascio dei diplomi passarono all’Università di Pavia.

Dopo l’Unità d’Italia, nel 1865, fu aperto a Milano l’Istituto Tecnico Superiore, scuola universitaria di ingegneria, che avrebbe poi preso il nome di Politecnico, avente come scopo la formazione dei quadri professionali. Ne conseguì che nel 1868 fu riaperto anche il Collegio, come libera associazione culturale, organizzata su nuove basi per contribuire al progresso della cultura e della pratica dell’esercizio professionale post-universitario.

La sua attività proseguì fino al 1925, quando il Collegio non ritenne di poter rinunciare alla propria libertà e fu chiuso in applicazione delle leggi corporative fasciste, che prevedevano la soppressione delle autonome associazioni professionali. Al termine della guerra, nel 1945, si riaprirono separatamente i Collegi degli ingegneri e degli architetti, che negli anni successivi si riunirono sotto l’antica denominazione di Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano.


IL PATRIMONIO DEL COLLEGIO: LA BIBLIOTECA E L’ARCHIVIO

Il patrimonio librario e documentario del Collegio è costituito dall’antica Biblioteca e dall’Archivio.

Nell’Archivio sono conservati documenti che interessano la vita del Collegio; la parte più antica è costituita da una raccolta di manoscritti e originali a stampa, datati dal 1563 al 1800: si tratta degli “Statuti” e “Regolamenti”, degli “Ordines” e degli “Stilati”, cioè pareri emessi con valore di sentenza.

Nel 1878 Elia Lombardini, ingegnere idraulico di fama mondiale, morendo lasciava al Collegio la sua importante biblioteca tecnica. Il Legato Lombardini, che comprendeva circa 1.100 volumi, costituì la base della Biblioteca del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano che, arricchita da altri lasciti ed acquisizioni, comprende oggi circa 20.000 volumi di argomento storico-tecnico: testi, atlanti, opuscoli e periodici pubblicati tra il 1500 e il 1900.

Attualmente la Biblioteca è collocata presso l’Istituto Milanese per la Storia dell’Età Contemporanea a Sesto San Giovanni. 

È stata ultimata la catalogazione ed è ora in corso la classificazione secondo le norme SBN, nell’ambito di un programma finalizzato a rendere la Biblioteca agevolmente consultabile da parte degli studenti interessati. Tra i suoi più significativi e preziosi volumi, segnaliamo “L’Architettura” di Leon Battista Alberti, stampato a Venezia nel 1565 e tradotto in lingua fiorentina da Cosimo Bartoli. Le due prime parti della geometria famigliare di Alessandro Capra, edito a Cremona nel 1673, la famosa Encyclopedie ou dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des metiers di Diderot e D’Alembert (17 volumi e 11 tavole, stampati nel 1758), la Architettura idraulica di Benedetto Belidor, il Manuale ad uso degli ingegneri incaricati alla progettazione della compilazione dei progetti per le strade comuni di Antonio Cantalupi (Milano, 1875 stampato dalla Tipografia e premiata litografia degli Ingegneri).

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